di Donato Troiano
Pubblicato il 19 Maggio 2020
Siglata l’intesa tra le due realtà casertane. L’accordo ha visto il coinvolgimento del presidente del Caseificio Angelo Piccirillo, di Francesco ed Ernesto Nucci e Raffaele Caterino
Insieme il Caseificio mozzarella di bufala ABC e il Re della pizza, Francesco Martucci (nella foto di copertina).
Un vero Patto del Gusto tra due eccellenze campane: la Mozzarella di bufala Campana Dop e la Pizzeria “I Masanielli” ambedue di Caserta e provincia.
L’alleanza è stata siglata nei giorni scorsi ed è stata comunicata con questa nota stampa: “ll Caseificio Bufala ABC, produttore di Bufala Campana DOP e Francesco Martucci campione indiscusso pluripremiato Il Re della Pizza interprete della migliore tradizione della pizza Made in Campania con la sua Pizzeria I Masanielli divenuta una meta di tutti i pizza lowers.
L’accordo prevede fornitura di Mozzarella di Bufala Campana DOP e sue declinazioni. Una intesa siglata per raccontare ulteriori valori di gusto e di intrigare palati ancora più esigenti”.
Tutti sanno che Francesco Martucci insieme a Franco Pepe, si è piazzato ex aequo al primo posto della classifica 2019 delle migliori pizzerie d’Italia e del mondo (leggere su HuffPost).
Il pizzaiolo Martucci che ha fondato a Caserta i locali “I Masanielli” è ormai abbonato ai grandi riconoscimenti: ha infatti ricevuto i Tre Spicchi del Gambero Rosso ed è stato premiato dalla guida dell’Espresso, di Slow Food e da Mangia&Bevi de il Mattino.
E proprio il quotidiano di Napoli ha scritto di lui: “Francesco ha iniziato a lavorare a 10 anni per necessità. Cameriere nei locali di famiglia, ribelle e testardo. Nella pizzeria «Al solito posto», dove ha mosso i primi passi, ogni sera, dopo aver finito di pulire, chiedeva allo zio se poteva farsi una pizza. Da solo. Anche se era stanco morto. «Così ho iniziato il mio percorso e mi sono innamorato di questo mondo». Francesco è dovuto crescere in fretta, ma ha scelto di non abbandonare il suo rione, quel quartiere Acquaviva dove si trova il suo locale, «un posto essenziale, perché la pizza deve restare un piatto del popolo, che tutti possono permettersi».